Diastasi: chirurgia robotica, web e attendibilità delle informazioni

Introduzione

La chirurgia robotica applicata alla parete addominale con accesso R-TAPP è utilizzata per le sue evidenti qualità, essendo tuttavia una branca molto moderna della chirurgia alcune persone ancora non la conoscono appieno; ciò nonostante ne parlano.

In alcuni siti web o social media, addirittura alcuni chirurghi, che non padroneggiano la materia ne scrivono a riguardo con scarsa attendibilità, sulla base della non conoscenza o peggio per il proprio interesse personale.

Con queste premesse abbiamo raccolto sul web varie informazioni evidentemente false, che elencheremo di seguito corredandole dall’immancabile smentita.

Affermazioni scritte su un website:

““La tecnica robotica per la diastasi dei muscoli retti addominali è invasiva” (paragonandola alla laparoscopia)”

FALSO

Questa affermazione, oltre che falsa, sembra studiata per far leva su un pubblico facilmente impressionabile. I sitemi robotici sono l’opzione meno invasiva attualmente disponibile per la chirurgia addominale permettendo al chirurgo di muoversi in spazi piccolissimi con una cura e una delicatezza sui tessuti senza paragoni. Effettivamente sono macchinari grandi e complessi che a prima vista possono mettere in soggezione chi è abituato a classiche strumentazioni manuali e laparoscopiche, ma questo evidentemente non ha alcuna attinenza con l’invasività o meno del lavoro che permettono di eseguire.

Invitiamo pertanto i lettori ad approfondire le tecniche robotiche, laparoscopiche e a cielo aperto per la ricostruzione nella diastasi dei muscoli retti o per la cura delle ernie negli appositi capitoli.

Bisogna poi far notare che dire “tecnica robotica per diastasi addomninale” è troppo generico.

Il robot infatti è uno strumento che agisce sotto la guida del chirurgo e con il quale si possono eseguire una grande varietà di tecniche.

Noi per esempio preferiamo le tecniche R-TAPP che essendo collocate nel pre-peritoneo presentano evidenti vantaggi e sono realmente a invasività minima.

In ultimo sempre per il principio che i sistemi robotici non sono altro che fini riproduttori, in scala ridotta, dei movimenti del chirurgo, è sempre il chirurgo con il suo personale lavoro che fa la differenza.

““In chirurgia robotica si utilizza più gas CO2 che in laparoscopia””

FALSO

Completamente falso, infatti nella reale pratica clinica avviene l’esatto contrario.

Anche tale affermazione è stata probabilmente scritta per far leva su un pubblico facilmente impressionabile e che non ha sufficienti conoscenze mediche.

Tutta la chirurgia ad addome chiuso a partire dalla laparoscopia si basa sulla insufflazione di una certa quantità di gas CO2 per creare uno spazio di lavoro sufficiente alle manovre da eseguire.

Sia in laparoscopia che in robotica i range di pressioni di CO2 utilizzati possono essere impostati e variati soggettivamente dal chirurgo in corso della fase di lavorazione specifica a partire da un valore minimo per arrivare ad un massimo invalicabile, rimanendo sempre comunque entro un’ampio margine di tollerabilità.

Come criterio generale la laparoscopia necessita di spazi di movimento più ampi rispetto alla chirurgia robotica la quale permette di muoversi in spazi nettamente più ridotti. Di conseguenza la necessità di creare uno strato di lavoro ampio è ovviamente maggiore in laparoscopia che non in robotica con conseguenti possibili maggiori pressioni medie di esercizio in laparoscopia che non in robotica. Rimane comunque il presupposto fondamentale CO2 la utilizzata in corso di chirurgia laparoscopica e robotica alle normali pressioni e quantità di utilizzo non è in alcun modo dannosa.

A fine intervento la CO2 viene desuflata dalla camera di lavoro ed i tessuti ritornano a contatto gli uni con gli altri. Una certa quota di gas viene metabolizzata ed eliminata con in respiro, cosa che il nostro organismo sa fare molto bene dal momento che è abituato a metabolizzare normalmente questo gas e ad eliminarlo.

Non si utilizzano altri gas e tantomeno aria ambiente che vanificherebbe in parte lo scopo della chirurgia ad addome chiuso. L’aria contiene inoltre ossigeno in forma libera, O2, il quale risulta potenzialmente infiammabile in alcune circostanze.

Si può sentire nominare da alcuni una forma di creazione di camera di lavoro denominata “Gas Less”. E’ una metodica che è totalmente in disuso per le sue numerose problematiche ed i suoi limiti, inoltre di per se concettualmente fuorviante perché non è realmente senza gas. Nella camera di lavoro infatti è presente gas o aria ambiente che causa del vuoto che si vene a creare viene aspirata e mantenuta all’interno. La camera di lavoro è mantenuta aperta grazie a un sistema di tiranti che agiscono trazionando e sollevando la parete addominale. Inutile dire che in un’intervento dove lo scopo sia avvicinare e ricostruire l’integrità della parete addominale il concetto di trazionarla è clamorosamente sconveniente.

““In chirurgia robotica si utilizza titanio””

FALSO

Probabilmente chi ha scritto su alcuni social media questa frase ha confuso le tecniche robotiche con quelle laparoscopiche. Rimandiamo pertanto al capito specifico sulle tecniche ricostruttive per la diastasi addominale.

Sono le tecniche laparoscopiche endoaddominali infatti che prevedono mezzi di fissaggio meccanici (talvolta di titanio) per fissare le reti, le quali altrimenti sarebbero libere in cavità addominale. Sia i mezzi di fissaggio denominati tucks che le reti risultano pertanto pericolosamente a contatto con i visceri.

Tutto questo invece non avviene nelle tecniche robotiche RTapp che noi eseguiamo in quanto le reti sono autofissanti e non richiedono mezzi di fissaggio aggiuntivi, rimanendo stabili e perfettamente integrate nello spazio pre-peritoneale.

La collocazione delle ricostruzioni R-TAPP nello spazio preperitoneale le rende realmente poco invasive, limita al minimo la necessità di materiali impiantabili e ne esclude in modo sicuro il contatto con i visceri. Nelle nostre sale operatorie si sono viste delle tuks di titanio solo in corso di reinterventi per casi operati in precedenza da altri chirurghi laparoscopisti dove abbiamo tolto questi materiali, come descritto nel capitolo specifico. (interlink a reinserenti maggiori con rimozione di rete ecc)

““L’anestesia in chirurgia robotica è pesante come quella del trapianto del rene””

FALSO

Tutte le tecniche per la riparazione della diastasi dei muscoli retti si eseguono con ausilio dello stesso tipo di anestesia:

L’anestesia generale.

Effettivamente anche il trapianto del rene si esegue in anestesia generale, cosi come una comune appendicite si tratta in anestesia generale, cosi come qualsiasi altro piccolo o grande intervento addominale. È evidente quindi che il linguaggio utilizzato da chi scrive sia un gioco di parole, magari per evocare paure in un lettore sprovveduto.

Per una trattazione completa ed esaustiva sull’anestesia si rimanda al capitolo specifico (interlink capitolo anestesia diastasi ed ulteriore interlink al contrario dalla frase “marketing”).

Video anestesia diastasi. Con relativa didascalia.

Affermazioni scritte su un website:

““La chirurgia robotica è superata dalla chirurgia laparoscopica””

FALSO

Sarebbe come se un venditore cercasse di convincerci che un vecchio tosaerba sia più avanzato di una supercar moderna. Se l’intendo era quello di screditare, il risultato è involontariamente ridicolo e ci permette di chiudere in bellezza il capitolo.

Affermazione pronunciata in visita da un collega che non ha alcuna esperienza in robotica:

““Io in chirurgia tradizionale ci metto meno tempo!””

FALSO

Il criterio di scelta di un intervento ricostruttivo deve essere quello della ricostruzione migliore possibile e quindi del miglior risultato finale, solo secondariamente quello del tempo chirurgico.

Con questa premessa possiamo comunque smentire inequivocabilmente tale affermazione dal momento che i nostri tempi di realizzazione delle ricostruzioni robotiche sono confrontabili e talvolta più rapidi delle altre tecniche.

Affermazione pronunciata in un profilo Instagram:

“Per rimovere la pelle in eccesso nella diastasi addominale ci vuole l’addominoplastica tradizionale”

FALSO

Una cosa è la riparazione muscolo-tendinea della diastasi addominale, per la quale in generale preferiamo la chirurgia robotica R-TAPP, un’altra cosa è il trattamento dei tessuti superficiali come pelle in eccesso e depositi adiposi sottocutanei che vengono trattati con le metodiche specifiche, meno invasive rispetto alla tradizionale addominoplastica.

Se necessario questi aspetti vengono trattati nella stessa seduta operatoria, con incisioni e manovre molto più contenute rispetto alle addominoplastiche tradizionali, dal momento che la componente muscolo-tendinea della diastasi è appena stata risolta in robotica.

Rimandiamo ai due capitoli specifici: tecniche ricostruttive per la diastasi addominale e trattamento della pelle in eccesso.

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