Non confondere robotica con laparoscopia

Le principali differenze tra gli interventi robotici e laparoscopici per la diastasi addominale sono nella struttura ricostruttiva e non nelle piccole vie di accesso di cui ambedue le metodiche si avvalgono.

Gli interventi robotici (R-Tapp) non comportano alcun contatto con i visceri, mentre gli interventi laparoscopici (intraperitoneali) comportano di necessità ed inevitabilmente il contatto della rete /materiali con l'intestino.

L'intervento in chirurgia robotica è strutturalmente molto diverso da quello in laparoscopia

Robotica e laparoscopia sono entrambe realizzate attraverso piccole vie di accesso ma internamente le ricostruzioni sono strutturalmente completamente diverse :

-Nella nostra chirurgia robotica la ricostruzione è pre-peritoneale (non ha contatto con i visceri)

-In laparoscopia invece la ricostruzione è di necessità intraperitoneale (dove la rete e i mezzi di fissaggio sono in contatto diretto con i visceri).

La posizione della rete è diversa 

In robotica la rete non ha alcun contatto con i visceri mentre in laparoscopia è  in contatto con l'intestino.


La sutura della linea mediana è diversa

La sutura in chirurgia robotica è una sutura centrale che avvicina il margine mediale dei muscoli retti. 

Si ricrea cosi una vera e propria linea alba in posizione ortototopica (cioè nella sua posizione naturale) mantenendo i muscoli retti in piano e assicurando un funzionamento fisiologico durante la contrazione.

L'interfaccia tra i due tessuti suturati in robotica è tendine su tendine, che è l'ideale per favorire la cicatrizzazione della linea alba ricostruita.

La sutura in laparoscopia invece è di necessità totalmente sul versante posteriore della parete addominale, per questo determina disassamenti non fisiologIci dei muscoli retti con introflessione/estroflessione dei margini muscolari.

Tali suture inoltre comprendono inevitabilmente al loro interno tessuti estranei alla cicatrizzazione tendinea come il peritoneo parietale e il grasso pre-peritoneale.

Perché queste differenze strutturali ?

Queste sostanziali differenze tra le due ricostruzioni esistono perché la laparoscopia ha dei limiti tecnici legati alla non articolabilità dei suoi strumenti.

In laparoscopia infatti gli strumenti sono rigidi e lavorano su un solo asse, non potendo articolarsi con gli stessi gradi di libertà di quelli robotici.

La rigidità degli strumenti laparoscopici non consente di lavorare in tutte le regioni dello spazio pre-peritoneale.

In laparoscopia, attraverso lo spazio pre-peritoneale, si può per esempio arrivare a operare un'ernia epigastrica o ombelicale ma non una diastasi addominale.

Perciò di necessità in laparoscopia gli interventi non sono a livello pre-peritoneale ma intraperitoneale ed i materiali utliizzati risultano inveitabilmente a contatto con i visceri.

Le piattaforme robotiche

In chirurgia robotica il chirurgo opera a poca distanza dal paziente avendo il controllo della procedura attraverso un visore tridimensionale e sofisticati "Master" per la gestione degli strumenti.

Attraverso l'ottica stereoscopica (due telecamere integrate) il chirurgo ha una visione realmente  tridimensionale, e grazie ad esclusivi filtri a fluorescenza-Laser, si possono evidenziare strutture anatomiche altrimenti invisibili con la normale laparoscopia.

Gli strumenti robotici hanno 7 gradi di libertà in aggiunta a una funzione denominata "endowirst" che conferisce ancora più articolabilità rispetto al polso umano.

L' articolabilità è la più grande qualità degli strumenti robotici ed ha rappresentato un grande passo avanti rispetto alla laparoscopia (che invece rimane rigida e fissa su un solo asse di lavoro, obbligando il chirurgo a utilizzare spazi di manovra ampi e a compiere talvolta gesti innaturali).

Gli strumenti robotici, grazie all'articolabilità, permettono di adattarsi all'anatomia e di rispettarla lavorando con il minimo impatto in spazi ristretti, con gesti contenuti e mirati.

Pneumoperitoneo in chirurgia robotica ed in laparoscopia

Sia la laparoscopia che la robotica essendo chirurgie "al chiuso" si svolgono con l'ausiglio di uno strato di anidride carbonica (temporaneo) denominato Pneumoperitoneo.

Tutti gli interventi laparoscopici e robotici eseguiti di routine in tutto il mondo si basano su questo principio e l'anidride carbonica è il gas più compatibile per questo utilizzo.

 L'anidride carbonica viene infatti metabolizzata molto efficacemente dal nostro organismo (che di per se ne è un produttore).

La necessità dello pneumoperitoneo esiste da quando esiste la chirurgia laparoscopica e la pressione di insuflazione è in funzione dello spazio di lavoro necessario all'intervento (che con la robotica si è notevolmente ridotto).

In chirurgia robotica quindi l'anidride carbonica viene utilizzata a pressioni minime grazie alla possibilità di lavorare in spazi meno ampi rispetto alla laparoscopia.

L'anestesia è la stessa in tutte le metodiche

L'anestesia in laparoscopia e in chirurgia robotica per la diastasi addominale è esattamente la stessa, cioè l'anestesia generale.

La scelta del tipo di anestesia non dipende dalla tecnica chirurgica ma dalla diastasi stessa che estendendosi su una determinata superficie corporea richiede sempre l'anestesia generale.

Non esistono pertanto anestesie light o soft talvolta pubblicizzate come diverse dall'anesetsia generale.

Conclusioni

Le principali differenze tra gli interventi robotici o laparoscpici per la diastasi addominale sono nella struttura ricostruttiva e non nelle piccole vie di accesso di cui ambedue le metodiche si avvalgono.

Gli interventi in laparoscopia sono interventi che, una volta conclusi, lasciano i materiali ricostruttivi a contatto con l'intestino.

Questo non avviene in robotica, dove non vi è alcun contatto della ricostruzione con i visceri.

È bene quindi guardare oltre al nome commerciale più meno accattivante di una tecnica e oltre alle campagne pubblicitarie dove si parla di "micro-incisioni" o cose del genere.

Gli interventi sulla diastasi addominale vanno valutati principalmente a livello strutturale, vedendo e capendo l'assetto ricostruttivo.

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